Un grosso esemplare di granchio partenope Derilambrus angulifrons su fondo fangoso lungo la Riviera del Conero (AN)
Il carapace tozzo, triangolare, irto di spuntoni, e due chele spropositatamente lunghe e spigolose: il granchio partenope assomiglia proprio ad uno strano robot da cartone animato! Nonostante l’aspetto sgraziato, però, si fregia di un nome davvero importante, ossia quello della bellissima sirena Parthenope, citata nella mitologia greca già dal III secolo a.C.; sirena che, secondo alcune leggende successive, sarebbe legata alla fondazione della città di Napoli.
Benché siano poco conosciuti dai subacquei, i granchi partenope, termine con cui si indicano comunemente tutti gli appartenenti alla famiglia Parthenopidae, contano ben 38 generi diversi, per un totale di oltre 150 specie descritte, la cui classificazione è complessa ed in continuo aggiornamento.
Un granchio partenope Derilambrus angulifrons nascosto sotto la sabbia di Capo Noli (SV)
I granchi partenope sono caratterizzati da un cefalotorace più largo che lungo, in virtù di espansioni laterali che gli danno forma triangolare, squadrata o più raramente tondeggiante, da cui si dipartono chele lunghe fino a sei volte la larghezza del corpo. Proprio quest’ultima caratteristica è all’origine del nome inglese di elbow crab, ossia granchi gomito!
Sia il carapace sia le chele, generalmente più lunghe nel maschio, hanno spesso aspetto spigoloso, se non addirittura spinoso. Le chele possono essere ripiegate davanti al capo, a formare uno scudo che diventa un tutt’uno con le espansioni del carapace, trasformando il granchio in una fortezza difficilmente espugnabile.
Un piccolo granchio partenope imita alla perfezione un ciottolo coperto di alghe coralline
Si trovano in tutti i mari temperati e tropicali, anche a grande profondità, e in genere prediligono fondi incoerenti (in Italia sono particolarmente comuni nel Nord Adriatico), in cui si infossano lasciando sporgere solo gli occhi.
E visto che la prudenza non è mai troppa, alla forte corazza e all’abitudine di vivere nascosti sotto la sabbia, questi granchi aggiungono anche un aspetto che dona loro una forte capacità di criptismo sui fondali grossolani; a causa della frequente immobilità, poi, capita che sul carapace crescano organismi epibionti, quali alghe o spugne…e allora ecco che il camuffamento diventa perfetto!
Un granchio partenope sulla sabbia di Trieste
Alcune specie, quando ricoperte di organismi possono essere scambiate per granchi decoratori, facenti parte della superfamiglia Majoidea, a cui a dire la verità in passato sembravano essere imparentati. Si tratta di granchi caratterizzati da zampe, chele e carapace coperti di corti peli uncinati, su cui sono in grado di fissare organismi prelevati dall’ambiente, quali alghe, spugne o idrozoi, in una forma di mimetismo che prende il nome di mascheramento.
E allora, come fare quando troviamo un granchio che ci genera qualche incertezza di classificazione? Basta avere un po’ di pazienza, e soffermarsi a guardarlo senza intimorirlo; se si sentirà tranquillo, il granchio continuerà le proprie attività, e questo ci svelerà la sua natura.
Sì, perché i granchi decoratori utilizzano le chele per porsi gli organismi sul capo e sul dorso, e per questo con le chele vanno spesso a pizzicarsi il carapace; i granchi partenope, invece non hanno questa capacità, in quanto le loro chele non sono sufficientemente snodate per permettere loro di “grattarsi la schiena”!
Un grande granchio partenope spunta dalla sabbia grossolana lungo la Riviera del Conero
Lungo le coste italiane sono segnalate cinque specie, e Derilambrus angulifrons pare essere la più comune; un carattere distintivo è dato dalla faccia interna delle lunghe chele, che è sempre di colore rosa o viola: se spaventata, non esita a spalancare davanti all’aggressore le potenti tenaglie, il cui effetto sorpresa è amplificato dal colore evidente.
Spesso ignorati dai subacquei, che tendono ad evitare immersioni in ambienti di fondo mobile, questi granchi dal nome mitologico sanno essere estremamente affascinanti, in virtù della loro forma aliena e del fortissimo grado di mimetismo. Scovare un granchio partenope non è facile, ma sicuramente rappresenta uno degli incontri più curiosi e particolari che il nostro mare ci può riservare.