Un granchio melograno, Calappa calappa, nella baia di Kilwa Masoko
Dal punto di vista turistico, la Tanzania è nota soprattutto per la sua splendida savana, protetta da alcuni dei parchi più belli e famosi al Mondo, quali il Serengeti e il Ngorongoro; senza dimenticare che anche il Kilimanjaro, il monte più alto di tutto il continente africano, si trova in suolo tanzaniano. Il turismo subacqueo è invece in genere dirottato sulle isole, come Zanzibar, Pemba e Mafia, e le coste del continente sono da questo punto di vista praticamente inesplorate.
Circa 130 chilometri a sud della capitale Dar Es Salaam, si trova il villaggio di Kilwa Masoko, abitato in prevalenza da pescatori, affacciato su un’ampia baia dall’acqua cristallina e dalle coste rifinite da una striscia di sabbia bianca. Lì si trova il Kimbilio Lodge, che al momento rappresenta una delle pochissime possibilità di immergersi lungo le coste della Tanzania; il mare antistante è praticamente inesplorato, quindi tuffarsi in queste acque significa essere tra i primi a godere delle sue bellezze.
Un polpo Octopus sp. si aggira tra le fronde delle fanerogame che rivestono la baia di Kilwa Masoko
Dal resort, con una breve navigazione sono raggiungibili diversi punti di immersione al di fuori della baia, caratterizzati da reef piuttosto ricchi di vita: pareti sprofondanti nel blu si alternano a dolci pendii corallini, e pesci di barriera, aragoste, nudibranchi, trigoni e grandi murene popolano il reef, mentre dal blu spuntano delfini, tonni e tartarughe.
Ma per chi ama le immersioni in ambienti inusuali e ricchi di specie particolari, il vero tesoro è rappresentato dalla baia stessa. Qui, la profondità varia tra 3 e 7 metri a seconda della marea, e ampi spiazzi di sabbia sono circondati da floride praterie di fanerogame; fra le fronde si muovono ricci di mare Astropyga radiata, dai colori così brillanti che sembra quasi che emettano luce, e sono comuni le timide anguille serpente arlecchino (Myrichthys colubrinus), con il corpo bandeggiato ad imitazione della livrea del tossico serpente di mare Laticauda colubrina, nel tentativo di ingannare i potenziali predatori.
Il sacoglosso Plakobranchus ocellatus, un vero e proprio “animale fotosintetico”
L’intrico delle piante dà riparo ai giovanili di numerose specie di pesci di barriera, mentre sulle rade rocce affioranti dalla sabbia strisciano diverse specie di sacoglossi, lumache di mare affini ai più noti nudibranchi. Molti sacoglossi sono capaci di mantenere in funzione nei propri tessuti i cloroplasti delle alghe di cui si nutrono; questi, continuando a svolgere la fotosintesi, riversano gli zuccheri prodotti direttamente nello stomaco del sacoglosso, che si ritrova quindi trasformato in uno strano “animale fotosintetico”.
Una coppia di murene grigie Siderea grisea utilizza come tana il corpo morto a cui ormeggia l’imbarcazione del resort
Simili ai nudibranchi, ma per nulla affini ad essi, sono invece i platelminti, o vermi piatti; diverse specie hanno colonizzato la baia di Kilwa: la più abbondante è un’elegantissima specie ancora non classificata, appartenente al genere Pseudoceros.
I grossi bidoni di metallo che fungono da corpi morti per l’ormeggio della barca del lodge, sono stati eletti a propria tana da tanti pesci: diverse murene grigie (Siderea grisea) spuntano, anche a coppie, da ogni buco, mentre due enormi pesci pietra (Synanceia verrucosa), incredibilmente criptici, sembrano fare la guardia, incutendo un certo timore.
Una grossa sogliola Cynoglossus zanzibarensis attiva durante le ore notturne
Durante le ore notturne, il mare si mostra in tutta la sua esplosione di vita, e se ciò è vero per qualsiasi ambiente, sono proprio le praterie e le piane sabbiose ad animarsi maggiormente durante la notte: in effetti, la baia di Kilwa Masoko non fa eccezione, e durante la notte mostra certamente il meglio di sé.
Sul fondale si muovono un gran numero di rombi (Bothus pantherinus) e di enormi sogliole (Cynoglossus zanzibariensis), e qua e là paguri carichi di anemoni di mare camminano goffamente, mentre pesci coccodrillo e trigoni stanno immobili in agguato. Fra le alghe, strisciano lepri di mare della specie Dolabella auricularia, la più grande specie di lepre di mare al Mondo. L’ottimo criptismo le rende difficili da individuare, nonostante possano raggiungere la ragguardevole lunghezza di 40 cm.
La bella medusa Mastigias papua
Infine, placide meduse Mastigias papua, meravigliose ed innocue, si avvicinano eleganti ai subacquei, incuriosite dalla luce delle torce, mentre i pesci scorpione ed i rapidissimi calamari in pochissima acqua ne approfittano per cibarsi dei pesci e dei piccoli crostacei attratti della stessa luce.
Insomma, i subacquei alla ricerca di incontri curiosi ed originali, apprezzeranno sicuramente la meravigliosa baia di Kilwa Masoko.