La strana pennatula Renilla koellikeri
GIORNO 1
A La Jolla, nei pressi di San Diego, inauguriamo una serie di immersioni su sabbia, le cosiddette muck dive, che vorremmo dedicare alla costa compresa tra San Diego e Monterey. Qui le immersioni da riva sono frequenti, e nel parco in cui ci troviamo sembrano essere più i subacquei che i semplici avventori. Entriamo in acqua dalla lunga spiaggia e, nella fortissima risacca oceanica, ecco subito una sorpresa: dal fondo sabbioso spunta una strana e rara pennatula, Renilla koellikeri! Le pennatule, che come fa presagire il nome sono tipicamente a forma di penna, rappresentano gli ottocoralli più adattati alla vita su sabbia, ma quelle del genere Renilla sono certamente le più specializzate. La colonia, di colore viola, è appiattita e a forma di cuore (o di rene, da cui il nome…), con un sottile peduncolo di ancoraggio, ed i grossi polipi trasparenti spuntano appena dalla sabbia, formando un tappeto che scompare rapidamente nel caso si sentano minacciati. Avendone finora visti solo dei disegni su vecchi testi di zoologia, mi sono particolarmente emozionato nel trovarmela davanti!
Un giovane polpo Octopus sp. trova riparo dentro una scarpa!
GIORNO 2
Iniziamo la risalita verso nord, e la tappa odierna è a Newport, dove ci concediamo un bel whale watching che ci permette di avvistare delfini, una balenottera minore (Balaenoptera acutorostrata) e le onnipresenti otarie. Al pomeriggio eccoci di nuovo sott’acqua, per una nuova muck dive sotto i piloni di un imponente molo. L’ambiente è simile a quello osservato a La Jolla, ma la visibilità è particolarmente scarsa e la risacca molto forte; nonostante le condizioni poco rilassanti riusciamo a fare incontri speciali!
La bella lepre di mare Aplysia californica
GIORNO 3
La grande lepre di mare Aplysia californica è suo malgrado da tempo ben nota ai biologi a causa dei suoi giganteschi neuroni, che l’hanno resa un ottimo animale da laboratorio per studi di neurologia. I suoi colori, spesso sgargianti, la rendono invece un incontro estremamente affascinante per i subacquei, che solo le sabbie di California, Messico e Golfo della California possono regalare. Tra l’altro, come molte lepri di mare raggiunge dimensioni piuttosto cospicue…un bel lumacone di alcune decine di centimetri di lunghezza!
Un giovane esemplare di Heterodontus francisci, detto horn shark in virtù dei rigonfiamenti sopraorbitali
GIORNO 4
Siamo a Redondo, poco a nord di Los Angeles, la più attesa delle tappe subacquee di questo tour, vista la fama di splendida muck dive che la precede. Entriamo in acqua da riva, e come al solito lottiamo con la risacca fino al drop-off, circondati da mazzancolle colorate, pennatule e sand dollar. Poco dopo eccoci faccia a faccia con uno splendido esemplare giovanile di horn shark, Heterodontus francisci, squalo endemico della California e stretto parente del più noto squalo di Port Jackson delle acque australiane. Gli adulti trovano riparo tra le rocce o in letti di alghe, mentre i giovani durante la notte vanno a caccia di invertebrati sulle piane sabbiose, ed è proprio così che abbiamo il piacere di vedere questo piccolo maculato!
Squalo particolarmente paziente, Squatina californica mi ha permesso di fotografarlo da tutti i punti di vista
GIORNO 5
C’è chi dice che la spiaggia di Redondo offra le muck dive più belle di tutti gli Stati Uniti, e noi, già dopo poche immersioni, siamo perfettamente d’accordo; l’incontro inaspettato con questo raro squalo angelo non può che esserne una conferma. Squatina californica, una delle sedici specie di squali angelo al Mondo, supera il metro e mezzo di lunghezza, e certamente rappresenta uno degli squali più adattati ai fondi mobili, su cui si nasconde grazie alla forma appiattita ed alla colorazione criptica, in attesa del passaggio di una potenziale preda. È certamente uno dei predatori apicali di questi ambienti, e per fortuna io non rientro nel suo menù, perché anche io mi sono fatto ingannare dalle sue straordinarie capacità mimetiche, arrivando ignaro a portata del micidiale risucchio delle sue mascelle!
Un bell’esemplare del guitarfish Pseudobatos productus
GIORNO 6
Tutti gli ambienti di fondo incoerente tendono a popolarsi durante le ore notturne, quando il buio offre agli organismi quella protezione che durante il giorno le piane sabbiose non possono fornire. Ciò non toglie che anche nella notte ci siano predatori in agguato, come questo splendido squalo chitarra Pseudobatos productus. Contrariamente all’horn shark ed allo squalo angelo dei giorni precedenti, lo squalo chitarra è in realtà una razza, appartenendo all’ordine Rajiformes, anche se in effetti la forma particolarmente allungata del tronco lo rende molto rassomigliante ad un selacio, ossia ad uno squalo vero e proprio.
Primo piano dell’inconfondibile muso di un maschio adulto di elefante marino, Mirounga angustirostris
GIORNO 7
Dopo una breve tappa al centro di Los Angeles per visitare i fantastici Tar Pits, affioramenti di catrame che continuano a restituire una grande quantità di fossili, tra cui i resti della nota tigre dai denti a sciabola, viaggiamo verso nord attraverso il panoramico Big Sur. Una sosta è d’obbligo per osservare da vicino una colonia di elefanti marini, Mirounga angustirostris, che si crogiolano al sole. In realtà la calma durerà poco, perché presto gli immensi maschi si daranno battaglia per conquistare e difendere ciascuno il proprio harem di femmine; e in effetti lungo la battigia i maschi più giovani spesso ingaggiano schermaglie di addestramento, sotto il controllo dei maschi più grossi, che al momento limitano al massimo i movimenti, risparmiando le energie per le future lotte.
Lo stranissimo umbrella crab, Cryptolithodes sitchensis
GIORNO 8
Arriviamo nella bella città di Monterey, dove visitiamo lo splendido acquario (finalmente un acquario educativo e rispettoso degli organismi, non le solite inutili spettacolarizzazioni a cui siamo abituati) e ci concediamo un po’ di immersioni. Anche in questo caso entriamo in acqua da riva, e nuotiamo tra rocce, spiazzi sabbiosi e grandi chiazze del kelp Macrocystis pirifera. Queste alghe, dotate di fronde lunghe oltre 30 metri, formano rigogliose foreste, per le quali Monterey è particolarmente nota. In quello che è un vero e proprio sottobosco, si muove una grande quantità di animali: osserviamo ampie patch di sand dollar, giganteschi chitoni con le valve completamente coperte dal mantello, grossi cerianti, nudibranchi e una buona biodiversità di pesci bentonici, ma a farla da padrone sono certamente i crostacei. Tra i tantissimi granchi incontrati, ci colpisce particolarmente Cryptolithodes sitchensis, dall’ampissimo carapace che gli ha valso il giusto nome inglese di “umbrella crab“; nonostante somigli molto ad un granchio, è in realtà un anomuro, quindi parente stretto di paguri e galatee.
Una coppia di gasteropodi Olivella biplicata durante il corteggiamento
GIORNO 9
Tra le foreste di kelp e la spiaggia, si estende un’ampia cintura di sabbia, profonda appena tre o quattro metri e continuamente spazzata dalla risacca oceanica. Gli organismi che la popolano sono inevitabilmente pochi, ma abbiamo avuto la fortuna di trovarci al posto giusto nel momento giusto, sorprendendo così numerose coppie del bel gasteropode Olivella biplicata, generalmente fossorio e quindi raramente osservabile in immersione, striscianti al di sopra del sedimento, tutte intente nei rituali di corteggiamento.
Lo spettacolo offerto al tramonto dalle lontre di mare, Enhydra lutris, affaccendate a catturare granchi e ricci, è assolutamente impagabile
GIORNO 10
Ogni sera, poco prima del tramonto, dai pontili di Monterey è possibile osservare le lontre Enhydra lutris, mentre si prodigano per procacciarsi il cibo, facendo continue apnee ed emergendo con grossi granchi o ricci di mare. Per accedere all’interno degli spinosi ricci, le lontre hanno imparato ad utilizzare un metodo molto efficace: si appoggiano una pietra piatta sul ventre, e con un’altra li schiacciano fino a frantumarli. Come non amare un animale evolutosi per galleggiare a pancia in su tutto il giorno!
Una particolarmente espansiva foca Phoca vitulina approfitta della mia pinna per una grattatina
GIORNO 11
Ultima immersione nel rigoglioso kelp di Monterey prima di lasciare la costa e dirigerci verso l’interno… e forse questa espansiva foca vitulina (Phoca vitulina) in cerca di grattini sentirà la mia mancanza! Le foche vituline sono comuni nella zona, anche se non onnipresenti come le otarie, e spesso si possono osservare nei pressi delle coste, al tramonto, abbarbicate sugli scogli dopo aver assunto una tipica forma “a banana”, ma in acqua sono piuttosto timide, per cui gli incontri sono in genere rari e fugaci.
Lo spettrale Mono Lake
GIORNO 13
Dopo due giorni spesi all’interno dello Yosemite, estasiati da paesaggi mozzafiato, fra picchi di rocce levigate e rapide cascate, ci attende il lunghissimo trasferimento in auto verso l’agognata Death Valley, che ci porterà dalle strade innevate del parco a temperature superiori ai 35°C; durante il tragitto facciamo sosta sulle sponde del Mono Lake. Si tratta di un lago estremamente salato ed alcalino, le cui coste sono punteggiate da torreggianti formazioni sedimentarie e, so che è un cliché, ma il panorama è davvero lunare! Niente animali questa volta, ad eccezione delle pupe della mosca Ephydra hians, in grado di sopravvivere ammassate in piccole pozze costiere; in compenso, il paesaggio vale ampiamente la sosta!
Un maschio di Aphonopelma sp. si dirige alla propria tana scavata nel terreno, probabilmente dopo essere andato in giro alla ricerca di una femmina disponibile
GIORNO 15
La Death Valley ci incanta con incredibili paesaggi e ambienti straordinari, in mille sfumature di deserto. Le condizioni sono proibitive per la sopravvivenza della maggior parte degli animali (uomini compresi), ma dopo una lunga ricerca riusciamo finalmente ad intercettare una bella tarantola (Aphonopelma sp.); si tratta probabilmente di un maschio che, nonostante la stagione riproduttiva sia ormai giunta al termine, si è attardato alla ricerca di una femmina disponibile!
Un esemplare adulto del branchiopode Triops longicaudatus nuota rapido nell’acqua fangosa di una pozza temporanea formatasi nel cuore della Death Valley
GIORNO 16
La California ci saluta con un ultimo grande regalo…non è un animale marino, ma un crostaceo d’acqua dolce, o meglio, un crostaceo branchiopode che si sviluppa nelle pozze temporanee create dai rari acquazzoni nella Death Valley, il luogo più arido del Nord America. Nel giro di una settimana compie l’intero ciclo vitale: grazie all’occasionale acqua piovana, si schiudono immediatamente le uova rimaste quiescenti nel terreno secco anche più di un anno, e da queste si sviluppa una larva, che presto metamorfosa in un individuo adulto, pronto a rilasciare nuove uova; immutato dai tempi dei dinosauri, Triops longicaudatus riesce così ancora oggi a compiere il miracolo della propria sopravvivenza in uno degli ambienti più estremi del Pianeta!