Le pareti di lava delle Azzorre
LA DORSALE
L’Oceano Atlantico è attraversato da Nord a Sud da un’enorme crepa, la Dorsale Medio-Atlantica, una fenditura da cui sgorga la lava che, solidificandosi a contatto con l’acqua, origina nuovo fondale oceanico; il materiale che si accumula lungo i fianchi della fenditura crea una vera e propria catena montuosa, la più lunga del Pianeta, che percorre tutto l’oceano dal Polo Nord all’Antartide.
In alcuni punti, le vette generate dalle eruzioni vulcaniche sono così alte da emergere dalla superficie del mare: è questo il caso delle Isole Azzorre, che con i 2351 metri di altitudine del vulcano che costituisce l’isola di Pico, rappresentano la più alta emergenza della Dorsale.
Le coste delle Azzorre sono tipicamente costituite dalle nere rocce derivate dalla solidificazione della lava
ACQUA E FUOCO
Le 9 isole principali che compongono l’Arcipelago delle Azzorre sono caratterizzate proprio da due aspetti contrastanti, l’acqua ed il fuoco: l’acqua dello sconfinato oceano (le coste portoghesi sono a 1360 km dalle isole più orientali, e quelle canadesi a quasi 2000 km), che ne modella le coste e governa l’instabile clima, ed il fuoco dei vulcani che dalle profondità oceaniche plasmano le isole, le rendono nere e scoscese, e scavano tunnel di lava al di sotto del terreno.
Le frequenti piogge ed il suolo lavico rendono le isole verdi e rigogliose, sia nelle zone più coltivate (tra l’altro, dalle Azzorre viene l’unico thè prodotto in Europa) sia negli ambienti più selvatici, dove prosperano felci giganti di mesozoica memoria, ma la natura vulcanica dell’arcipelago viene continuamente svelata dalle rocce nere che affiorano lungo la costa, dalle numerose fumarole che costellano il paesaggio, e dai grandi coni vulcanici che in alcune isole appaiono evidenti.
La murena nera, Muraena augusti
LAVA SOMMERSA
Al di sotto della superficie del mare, il paesaggio è altrettanto impressionante: le pareti scendono a strapiombo nell’acqua cristallina per diverse decine di metri, lisce e scure, solo parzialmente coperte da temerarie alghe che riescono ad attecchire e a resistere alla furia oceanica, mentre al di sotto dei 20 metri di profondità alcune colonie del corallo nero Antipathella wollastoni arricchiscono il panorama.
In generale quindi l’ambiente è spettacolare, ma non molto ricco di vita, anche se sono frequenti nudibranchi, aragoste ed echinodermi; in compenso, la fauna presente è piuttosto interessante: è molto simile a quella mediterranea (che in effetti deriva prevalentemente da ingressioni atlantiche), ma arricchita da specie che nel mare nostrum non sono arrivate, creando una commistione davvero particolare.
Ad esempio, negli anfratti, tra i parapandali (Plesionika narval) compaiono i musi minacciosi delle murene nere, Muraena augusti; allo stesso modo, nelle patch di sabbia nera, è possibile incontrare lo smilzo pesce palla atlantico Sphoeroides marmoratus o la placida razza di Madeira Raja maderensis.
Primo piano della verdesca, Prionace glauca
VISITATORI DAL MARE APERTO
Non dimentichiamoci però che siamo nel bel mezzo dell’oceano, e le Azzorre, insieme alle numerose montagne sottomarine che risalgono dagli abissi senza giungere in superficie, creano un importante polo di attrazione per i grandi pesci pelagici di passaggio.
Inoltre, i centri subacquei della zona conoscono i posti giusti in cui mettersi in attesa, e agevolano gli avvistamenti usando pasture per attirare grandi predatori: ecco che può così capitare di osservare verdesche (Prionace glauca), squali mako (Isurus oxyrinchus) e rapidissime lampughe (Coryphaena hippurus); ancora più al largo, non mancano mobule (Mobula tarapacana), aquile di mare (Myliobatis aquila), tonni, sgombri e altri grandi pelagici.
E a tal proposito, tra un’immersione e l’altra vale la pena dedicarsi al whale watching…le Azzorre sono l’arcipelago in cui ogni incontro è possibile!