Il fetonte Phaeton lepturus è frequente nei cieli di Réunion
GIORNO 1
Ile de La Réunion è il risultato delle eruzioni di un enorme vulcano che, nell’arco di diversi milioni di anni, ha generato e scolpito questa piccola isola lavica in pieno Oceano Indiano, al largo delle coste del Madagascar. Questo scoglio in mezzo al mare è un buon posto per osservare i fetonti, splendidi uccelli dalle abitudini prettamente pelagiche, così adatti alla vita in mare aperto da non essere nemmeno più in grado di camminare sulla terraferma.
Il loro nome, assegnato da Linneo in persona, è quello, secondo l’antica mitologia greca, del figlio del dio del sole Elio, tristemente noto per aver voluto guidare il carro del sole appartenente al padre, e di essersi con esso schiantato al suolo a causa di un fulmine di Zeus, scagliato per fermarne la corsa senza controllo. Forse Linneo ha omaggiato questo uccello di un nome così importante per sottolinearne le abitudini erratiche, e l’impressione che esso attraversi gli oceani inseguendo il sole nel suo cammino!
Si conoscono tre specie di fetonti; il nome scientifico della specie in questione (Phaeton lepturus, letteralmente “coda sottile”), si riferisce alla principale caratteristica distintiva, ossia le due lunghe ed eleganti penne caudali, lunghe quanto il corpo dell’animale, che il maschio utilizza per impressionare le femmine durante complesse danze di corteggiamento.
Il paesaggio di Réunion è aspro, e mostra l’origine vulcanica dell’isola
GIORNO 2
La natura vulcanica dell’isola è evidente in ogni luogo: le coste sono prevalentemente alte e costituite da nere rocce laviche, l’entroterra è tormentato e scosceso, e buona parte della porzione sud-orientale dell’isola è occupata da una grande caldera; sono poi molti i punti di interesse legati all’attività vulcanica: crateri, grotte scavate nella lava e ampie distese di rocce e detriti magmatici.
I granchi fantasma Ocypode pallidula escono col sopraggiungere del buio dalle tane scavate nell’arenile
GIORNO 3
Al calare della sera, sulle spiagge di Réunion inizia la fervente attività di Ocypode pallidula, un granchio fantasma che passa le giornate protetto nella propria tana scavata sull’arenile, e da cui esce solo con il favore del buio.
Tra le caratteristiche principali di questo animale figurano la livrea perfettamente criptica, gli occhi sopraelevati all’apice di un peduncolo, e la rapidità con cui si muove sulla spiaggia, che gli ha valso il nome generico, che in greco significa letteralmente “piede veloce”. E tanto per rimanere nel tema mitologico stimolato dal fetonte, il nome Ocypode è anche quello di un’arpia descritta da Esiodo!
Lo straordinario e quasi sconosciuto gasteropode Magilus antiquus si accresce all’interno di madrepore tropicali
GIORNO 4
Passeggiando lungo le coste laviche dell’isola ci si imbatte frequentemente in frammenti di corallo spiaggiati. In un grosso blocco di corallo cervello della famiglia Mussidae scorgiamo una coppia di conchiglie davvero particolare: si tratta di Magilus antiquus, un muricide appartenente alla sottofamiglia Coralliophilinae, nota per raggruppare molte specie predatrici di coralli ed altri antozoi.
Questa specie in particolare, per quanto ancora quasi sconosciuta, pare sia in grado di perforare in giovane età le madrepore, e di accrescervisi all’interno, abbandonando la spiralizzazione della conchiglia tipica dei gasteropodi in favore di un corpo vermiforme che favorisca la penetrazione. La coppia che abbiamo osservato era composta da due individui di taglia diversa, incastonati perfettamente l’uno nell’altro e all’interno dello scheletro della madrepora. Un adattamento davvero particolare, e una specie che credo meriterebbe un po’ di approfondimento!
La murena bocca gialla, Gymnothorax nudivomer, rappresenta un incontro piuttosto inusuale
GIORNO 6
Oltre 200 km a est di Réunion, circo 550 km al largo del Madagascar, sorge la piccola isola di Mauritius, di appena una cinquantina di km di diametro. Gran parte dell’isola è circondata da scogliere madreporiche poco imponenti, intervallate da ampie porzioni di sabbia bianca. Tra le specie che ne popolano i fondali, spicca la splendida murena bocca gialla Gymnothorax nudivomer che, pur essendo diffusa in tutto l’Indopacifico, predilige ambienti oceanici, ossia reef (e patch sabbiose) di mare aperto, lontani dai continenti; per questo, Mauritius potrebbe rappresentare l’habitat perfetto per questa bellissima specie.
Un banco di Myriopristis murdjan, pesci planctivori notturni, mentre riposa al di sotto di una madrepora tabulare in attesa del buio
GIORNO 7
I pesci di reef possono essere facilmente distinti in precise categorie trofiche, che spesso rispecchiano anche delle precise abitudini di vita. I pesci soldato, come questi Myripristis murdjan, sono planctofagi notturni, come evidenziato dai grandi occhi, e aspettano tipicamente le tenebre raccolti in piccoli banchi all’ombra di anfratti e cavità del reef.
Le cipree Monetaria annulus, abbondanti sul fondale del mangrovieto di Île aux Cerfs
GIORNO 8
L’Île aux Cerfs, piccolo isolotto sabbioso lungo la costa est di Mauritius, è parzialmente circondato da una foresta di mangrovie rosse, che affondano le radici nella sabbia bianchissima. Esplorando in snorkeling alcuni canali bordati di mangrovie, abbiamo osservato un popolamento molto interessante: la sabbia, i frammenti di corallo e le pietre laviche tra la superficie ed il primo metro di profondità ospitano una ricchissima popolazione della splendida ciprea Monetaria annulus.
Questa, insieme alla congenere Monetaria moneta, deve il proprio nome alla sua importanza storica proprio come moneta di scambio, in virtù della sua bellezza e maneggevolezza. Come spiega Cattaneo-Vietti nel suo libro “Uomini e cozze”, queste conchiglie, con il nome di cauri (da cui deriva l’inglese cowrie), erano già importate ed utilizzate come talismani e denaro in Cina nel 2.000 a.C., e sono rimaste la principale moneta in Africa Occidentale dal VII secolo a.C. fino addirittura alla I Guerra Mondiale. Per darne un’idea del valore, in Uganda 2.500 cauri erano necessari per acquistare una mucca!
Il coloratissimo geco endemico di Mauritius, Phelsuma ornata
GIORNO 9
Finisce il bel viaggio a Réunion e Mauritius, che ci ha concesso diversi incontri zoologici interessanti sia sopra che sotto la superficie del mare. E se Réunion incanta con paesaggi mozzafiato, Mauritius, benché fortemente antropizzata, ospita ancora diverse specie animali endemiche, molte delle quali purtroppo minacciate dalla riduzione dell’habitat e dalle attività umane. Noi, per esempio, abbiamo avuto la fortuna di osservare alcuni individui del geco diurno endemico, Phelsuma ornata, dai meravigliosi colori sgargianti, che ci hanno fatto visita nel giardino di casa!